A rischio di scadere nella trappola dello stereotipo, devo essere obiettiva: esistono abilità tipicamente maschili. Parcheggiare la macchina senza sfasciare i camion circostanti, ricordarsi la formazione delle squadre che hanno giocato la finale di Coppa dei Campioni del 1945 e caricare con perizia geometrica la lavastoviglie. A noi donne queste cose in genere non appartengono, agli uomini sì. Osservare un maschio che incastra alla perfezione stoviglie e pentole ottimizzando gli spazi è uno spettacolo. Noi, prese dalla fretta o da altre mille incombenze, lanciamo i piatti a caso pur di liberare il lavandino e poi perdiamo un’ora di tempo per risistemare il tutto. Così, nello spazio sufficiente a contenere un servizio completo per dodici persone e due padelle di grosse dimensioni, infiliamo maldestramente quattro bicchierini da caffè messi per traverso.
Gli uomini, invece, attuano l’operazione con precisione scientifica, ma attenzione: questa cura meticolosa è riservata a un’unica mansione svolta a regola d’arte che li solleverebbe così da qualsiasi altra incombenza. Secondo la loro subdola strategia, infatti, in questo modo possono difendersi in caso richieste di altra natura. Quando gli si rinfaccia che non danno mai una mano in casa, possono controbattere che loro caricano la lavastoviglie (Apperò! Addirittura?) e lo fanno in modo egregio, mentre tu saresti capace di mescolare le tazze da the con i bicchieri da vino. E questo, bisogna riconoscerlo, è un errore capace di minare pericolosamente la pace nel mondo.
Perciò, perpetuano il loro compito di difensori dei delicati equilibri politici riempiendo ad hoc la lavastoviglie. Poco importa se a te rimane solo il compito di prenderti cura dei bambini, fare il cambio dell’armadio, spostare i divani per scovare lo sporco impossibile, preparare le valigie quando si parte, occuparti delle lavatrici e di stirare, fare la spesa e cucinare. Ah, ovviamente lavori anche tu, esattamente come lui, ma quello è un minuscolo dettaglio.
La differenza fra te e lui è sostanziale: tu ti limiti a svolgere incombenze universalmente conosciute come faccende “da femmine”. Lui, caricando una lavastoviglie, risolve la pace nel mondo. E scusate se è poco!
Ragionando ora come una donna sana di mente: la divisione dei compiti (dimenticate se potete tutto ciò che ho scritto finora, potete farcela, lo so) è attuabile. Gli ingredienti per attuare questo piccolo miracolo sono appena due:
-Un compagno collaborativo. Se non ce l’avete già pronto, potete autoprodurlo: basta smettere di implorare aiuto, motivate invece le vostre lecite richieste con i fatti. Se gli fate presente che l’unico tempo che vi rimane per stirare le sue camicie è quello riservato al sonno (o al sesso, argomento decisamente più persuasivo) state pur certe che dal cielo pioverà il tanto auspicato aiutino.
-Realizzare finalmente in che secolo siamo smettendola di considerare i lavori domestici come incombenze necessariamente spalmate di rosa. La mia ferma convinzione è che le pulizie di casa siano un lavoro decisamente più adatto a chi dispone di una massa muscolare gagliarda e tosta, caratteristica sicuramente presente in molte donne, ma più frequentemente negli uomini. Questo è un concetto che ho reso ben chiaro a mio figlio fin dalla più tenera età; sono certa che un domani la persona con cui dividerà il letto accenderà ceri di riconoscenza in mio favore.
Detto ciò, spendo un paio di parole per raccontarvi di mio marito. Lui è, per mia immensa fortuna, un uomo che non si è mai posto il problema del “questo è un lavoro da donna” né, tanto meno, io mi sono chiesta se fosse per caso strano che a nostro figlio abbia insegnato io a giocare a pallone, e non suo padre. Ci dividiamo i compiti con molta naturalezza, da sempre. C’è una cosa, però, che non riuscirò mai ad ottenere da lui: stirare i panni. E’un concetto inconcepibile, la considera una perdita di tempo. Così, devo pedinarlo affinché non infili a casaccio le sue cose nell’ armadio senza che io riesca a mettere mano al ferro sparando anche, alla bisogna, frasi melodrammatiche sul genere: “Andrai in giro con la camicia stropicciata quando rimarrai vedovo. Ma devi prima sincerarti prima che io sia davvero morta”. Ecco, cosucce così.
A me, invece, stirare non dispiace affatto. E’ rimettere tutto a posto che mi sconvolge, ma quella è un’altra storia.