Cucinare è un’arte che va condita col buon senso. Un libro dal titolo emblematico – “Avanzi popolo. L’arte di riciclare tutto quello che avanza in cucina” (Stampa Alternativa) – spiega come ai fornelli si possa conquistare, stupire, ma anche fare del bene al nostro portafoglio. Il segreto sta tutto negli avanzi, gli eterni rivali della cucina monodose, dei cibi precotti e pronti all’uso. “Si può utilizzare un’azione quotidiana come la cucina, con cui tutti devono misurarsi in maniera frugale o elaborata, per ristabilire il giusto rapporto con il cibo – spiega l’autrice Letizia Nucciotti – Soprattutto nella grande distribuzione tutto appare inesauribile e la presenza del cibo viene data per scontata”. Alla base del rispetto deve esserci la consapevolezza di quanta fatica, amore e variabilità esistono tra il seme e il prodotto finito.
Il risparmio a partire dalla spesa. La prima regola della parsimonia a tavola inizia nel momento della spesa. “Prima che un fattore economico, lo spreco è una questione mentale – sottolinea Nucciotti – Bisogna diffidare dei prodotti standardizzati nei volumi e nella forma, che ripudiano la bellezza dell’imperfezione e di quei ‘bernoccoli’ che, alla fine, sono indice di naturalezza”. Spesso il nostro palato non sa riconoscere il sapore originale di un prodotto, per via dell’assuefazione agli aromi e alle profumazioni artificiali che vengono aggiunti. “Il risparmio deve iniziare con la lista della spesa – suggerisce l’autrice – Per avere una dispensa rifornita e funzionale, non occorre acquistare alimenti esotici o particolari: una buona cucina è frutto di semplici abbinamenti e della qualità della materia prima”.
La maggior parte della spesa che finisce nel carrello deve essere composta da prodotti a lunga conservazione (ad esempio la pasta), che possono farci gestire eventuali situazioni di emergenza. Il fresco, al contrario, deve essere scelto e utilizzato in maniera accorta. “Bisogna prediligere sempre frutta e verdura di stagione – raccomanda Nucciotti – Quando la spesa viene fatta una volta a settimana, si può acquistare una sola testa d’insalata, che va lavata, avvolta in un canovaccio e conservata in frigorifero all’interno di un contenitore o un sacchetto di nylon. Per tre giorni rimane fresca e ottima da consumare”. Nei giorni successivi si può ricorrere a prodotti meno deperibili, come finocchi, carote e verza, da consumare cotti oppure in insalata e che permettono di non correre al supermercato fino al sabato successivo.
Risparmiare sui sughi. “Le rimanenze di verdura possono essere utilizzate anche in abbinamento alla pasta, il prodotto per eccellenza della nostra dieta mediterranea”. Si possono creare succulenti piatti unici “ripulendo” il frigo dai ritagli di verdura che altrimenti andrebbe sprecata. “Anziché fare il classico minestrone, si possono tagliuzzare verza, foglie tenere di insalata, carote, foglie di radicchio, broccoli e poi scottarli nell’acqua bollente prima di versare la pasta: scolando tutto insieme, si ottiene una pasta colorata a cui si può aggiungere il parmigiano e un soffritto di olio, aglio e peperoncino”.
Avanzo non è spreco. Gli avanzi vanno creati, ad esempio cucinando una quantità di sugo “base” utile per più pasti a cui, per variare, si possono aggiungere di volta in volta altri elementi (piselli, uova, carne). “Spesso non si leggono le date di scadenza dei prodotti, ma poi si teme la conservazione in frigo – nota l’autrice – L’avanzo è un prodotto a nostra disposizione, fabbricato in casa”. E se proprio sbagliamo dose? C’è la ciotola di Fido. Risulta essere vero che la nostra alimentazione sottopone gli animali domestici alle patologie tipiche dell’uomo, ma ciò non toglie che si possano utilizzare con accortezza gli avanzi della verdura, tritati, cotti e aggiunti a ritagli di carne.