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Quando Serve la Dichiarazione di Corretta Posa del Cappotto Termico

Consumatori

Quando un sistema ETICS viene applicato, la prestazione energetica promessa dal progettista dipende non solo dai materiali (pannelli, rasature, tasselli) ma dalla qualità della messa in opera. Per questa ragione la filiera italiana ha introdotto, accanto alle certificazioni di prodotto (ETA 004 e marcatura CE), anche un documento che attesta la corretta esecuzione delle fasi di montaggio in conformità al Regolamento Tecnico UNI/TR 11715 e alla norma UNI 11716:2018 sulla qualificazione dei posatori .

Indice

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  • Il quadro normativo che rende necessaria la dichiarazione
  • Momenti precisi in cui il documento deve essere redatto
  • Casi in cui resta “raccomandata” ma non obbligatoria
  • Contenuto minimo della dichiarazione secondo UNI/TR 11715
  • Conseguenze dell’assenza del documento
  • Conclusioni

Il quadro normativo che rende necessaria la dichiarazione

Il legislatore non impone un obbligo “generalizzato” di consegna, ma di fatto la dichiarazione è richiesta – o diventa condizione sostanziale – ogni volta che intervengono:

  • incentivi fiscali statali (Ecobonus 65 %, Bonus casa 50 %, Superbonus 75-80-90-110 %); nelle check-list bancarie per cessione/sconto del credito la “dichiarazione di corretta posa” compare accanto alle fatture, alle schede tecniche e alle asseverazioni energetich
  • appalti pubblici dove valgono i Criteri Ambientali Minimi (CAM): il Direttore dei lavori deve acquisire la prova che l’ETICS sia stato montato da personale certificato UNI 11716, documentando la corretta posa ai sensi UNI/TR 11715;
  • assicurazioni decennali post-opera e garanzie di sistema rilasciate dai produttori di kit a cappotto: la polizza o l’estensione di garanzia prevede la consegna di un verbale di fine lavori firmato dall’impresa installatrice e dal tecnico di direzione, corredato da foto in corso d’opera;
  • collaudi di fine lavori nei cantieri soggetti a CILA/SCIA o permesso di costruire: sempre più comuni richiedono, tra gli allegati alla Segnalazione di agibilità, la dichiarazione che il cappotto rispetta le istruzioni del Manuale Cortexa o analogo documento di riferimento;
  • finanziamenti PNRR/PNIEC per riqualificazioni energetiche degli edifici pubblici, dove la rendicontazione prevede esplicitamente la dichiarazione di corretta posa come allegato ai SAL.

Momenti precisi in cui il documento deve essere redatto

La dichiarazione di corretta posa del cappotto termico non va firmata “a fine cantiere” in modo generico, ma per stati di avanzamento chiusi. La prassi consolidata distingue:

  • SAL ≥ 30 %: serve la prima dichiarazione parziale per consentire il pagamento dell’acconto (o la prima cessione del credito).
  • Fine lavori: si redige la dichiarazione definitiva, con allegato il dossier fotografico di tutti i dettagli costruttivi (zoccolatura, spigoli, aperture, fissaggi meccanici) e l’elenco dei posatori abilitati (livello EQF 3-4 secondo UNI 11716).

Nei cantieri condominiali, ciascun condòmino può chiedere copia della dichiarazione come condizione per il saldo.

Casi in cui resta “raccomandata” ma non obbligatoria

Nelle ristrutturazioni private senza detrazioni fiscali né pratica edilizia (ad es. cappotto interno sotto i 2 cm), la dichiarazione non è richiesta da alcuna norma. Tuttavia consegnarla:

  • tutela il committente in caso di contestazioni sugli stacchi di adesivo o cavillature;
  • permette al produttore del kit di estendere le garanzie;
  • facilita, in fase di rogito, la dimostrazione di una corretta riqualificazione energetica.

Contenuto minimo della dichiarazione secondo UNI/TR 11715

Il documento deve riportare:

  • dati anagrafici di impresa e posatori certificati;
  • identificazione del sistema a cappotto (ETA, DoP, lotti in cantiere);
  • descrizione delle superfici, dei supporti e delle condizioni climatiche di posa;
  • check-list delle fasi: rasatura di regolarizzazione, collante, tassellatura, rete di armatura, strato finale;
  • prove di controllo qualità (aderenza a strappo, verifiche di planarità, spessore finito);
  • documentazione fotografica firmata su ogni fase;
  • dichiarazione di conformità al Manuale Cortexa e alle norme UNI TR 11715, UNI 11716;
  • data, firma del responsabile tecnico dell’impresa installatrice e timbro del Direttore dei lavori.

Conseguenze dell’assenza del documento

In caso di incentivi, la mancanza della dichiarazione può portare alla sospensione dei pagamenti bancari, al blocco dello sconto in fattura e – se i vizi emergono entro dieci anni – all’escussione dell’impresa per difetti di esecuzione. Nelle gare pubbliche la Stazione Appaltante può applicare penali o contestare il SAL. Dal punto di vista civilistico, la dichiarazione diventa prova documentale privilegiata in una eventuale causa per difetti di posa.

Conclusioni

Non si tratta di un semplice pezzo di carta, ma del “certificato di nascita” dell’intervento di isolamento. Serve ogni volta che il cappotto viene finanziato con denaro pubblico o quando la garanzia di prodotto è subordinata alla posa certificata. Redigerla in coerenza con UNI/TR 11715 significa offrire trasparenza ai proprietari, tutela al direttore lavori e – soprattutto – assicurare che i risparmi energetici promessi dal progetto si realizzino davvero lungo l’intero ciclo di vita dell’edificio.

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