Molti negozi di belle arti o colorifici vendono gli stampi e gli ingredienti base per fare le candele. L’ingrediente principale è la cera di paraffina, disponibile in blocchi o in grani. Di solito alla cera sciolta si aggiunge una sostanza chiamata stearina, per ottenere delle candele dure, opache e che brucino lentamente. La proporzione più usata è 3 cucchiai di stearina per 450 g di cera.
Se si usano tinture, scioglierle prima nella stearina e aggiungere la miscela alla cera sciolta. Alla paraffina si può unire anche una piccola quantità di cera d’api perché bruci più lentamente.
Scaldare la cera a bagnomaria, in modo che la cera nel pentolino più piccolo interno sì sciolga lentamente. Scaldare la cera a 98 C se si usano stampi di metallo odi vetro, a 83 C se si usano stampi di plastica. Misurare la temperatura con un termometro da zucchero fissato al bordo del pentolino più piccolo.
Come stampo può andare bene un recipiente di cartone, un barattolo di vetro o una lattina, ma un risultato migliore daranno le forme per candele, disponibili nei negozi di belle arti. Se si usano forme di metallo o di vetro, preriscaldarle a 43 C e spruzzarle leggermente con silicone prima di riempirle.
Scegliere uno stoppino adatto al diametro della candela; se è troppo sottile, la fiamma sarà sommersa dalla cera che si scioglie; se è troppo grosso, la candela farà fumo. Lo stoppino si infila facendo un buco nella candela morbida con un ferro da calza, oppure facendo un buco nella cera più dura con un punteruolo caldo; o ancora fissando lo stoppino all’interno dello stampo prima di colarvi la cera.
Per fissare uno stoppino, annodarne un capo, infilarlo nel foro sul fondo dello stampo, poi sigillare il foro all’interno con una goccia di cera sciolta e all’esterno con un po’ di plastilina. Appoggiare un pezzo di fil di ferro rigido o una matita di traverso sopra lo stampo e legarvi lo stoppino per tenerlo teso.
Tenere lo stampo con un guanto da forno, perché tenderà a scottare per effetto della cera calda. Colarla lentamente per evitare che si formino bolle d’aria e, se lo stampo è sbalzato, rigirarlo mentre si versa la cera in modo da riempire ogni interstizio. Far raffreddare lo stampo in un secchio d’acqua, con l’acqua a livello della cera, per circa 30 minuti, poi riempire gli eventuali vuoti all’imboccatura dello stampo dove la cera si è rappresa e ritirata. Se si fosse formata una bolla d’aria, forarla con un ago e poi riempirla di cera. Lasciare raffreddare lo stampo per una notte, poi estrarre la candela dolcemente se lo stampo è rigido, o staccare lo stampo dalla cera se questo è flessibile. Spianare la candela con un temperino per eliminare qualsiasi traccia della giuntura dello stampo.
Alcuni negozi di belle arti vendono colori che si possono usare per mettere in risalto un disegno in rilievo su una candela, oppure darle una finitura “antica”.
Immersione
Il metodo più antico e più semplice di fabbricare una candela è quello di immergere uno stoppino in una miscela di cera sciolta. È un sistema che richiede pazienza, perché la candela si forma soltanto a poco a poco, strato per strato.
Tagliare uno stoppino parecchi centimetri più lungo della candela che si vuole ottenere, poi trovare un contenitore della sua stessa lunghezza. Collocare il contenitore in una casseruola d’acqua; riempirlo con cera e scaldare l’acqua per scioglierla. Immergere lo stoppino nella cera sciolta, quindi toglierlo e, tenendo saldamente i due capi, tenderlo bene finché la cera si è indurita. In questo modo si è sicuri di ottenere una candela diritta. Ora immergere di nuovo; ritirare e lasciare che la cera si indurisca. Continuare a immergere finché si ottiene il diametro desiderato. Volendo dare alla candela una forma rastremata, immergere la metà inferiore più volte di quella superiore. Usando contenitori con cera di diversi colori si può fare una candela con fasce colorate.
Per vetrificare la candela, immergerla prima in cera scaldata a 92 C, poi in acqua fredda, ma senza bagnare lo stoppino.